Un biglietto aperto per un mese sulle ferrovie tedesche: un viaggio di un cinquantenne alla ricerca di se stesso, tra angeli custodi e diavoli, scritto in parte in prima e in parte in terza persona.
Lui o io di Sten Nadolny (Garzanti)
Ole Reuter ha una cinquantina d'anni, è
consulente di manager e politici a Monaco, ha subito sette operazioni e
un controllo fiscale. Ha abbandonato il lavoro e la moglie Judith. Ora
salta da un treno all'altro, in una Germania convalescente. Fruga in una
memeoria ormai labile, combatte l'invadente afasia, cerca di placare
ansie e insonnie. È un viaggio nel proprio destino, che attraversa il
cuore dell'Europa, un paese che mostra ancora le cicatrici della
riunificazione. L'itinerario è popolato di paesaggi e persone reali, ma
ben presto si arricchisce di visioni e fantasmi.