Ottima la scrittura e la costruzione e definizione dei personaggi
Scene dalla vita di un villaggio di Amos Oz (Feltrinelli)
Un uomo capita, quasi per caso, in un
pittoresco villaggio d'Israele, Tel Ilan. Tutto sembra immerso in una
quiete pastorale, se non fosse che invece in quell'armonia formicolano
segreti, fenomeni inquietanti, tresche amorose, eventi di sangue. Tocca
al visitatore cercare di svelare l'enigma, o anche soltanto conciliarsi
con tutti questi misteri. Come quello di Benni Avni, sindaco del
villaggio, che un giorno riceve un biglietto dalla moglie con solo
quattro parole: "Non preoccuparti per me". Il marito naturalmente si
preoccupa, la cerca in casa, in un rifugio antiaereo in rovina, in una
sinagoga vuota, in una scuola - e questo è quanto. Non sapremo mai dov'è
finita la moglie di Benni Avni. Né sapremo mai l'identità di quella
strana donna, vestita da escursionista, che improvvisamente appare
davanti all'agente immobiliare Yossi Sasson. O cosa è successo al nipote
della dottoressa Ghili Steiner, che doveva arrivare al villaggio con
l'ultimo pullman, ma non si è mai visto. O chi sia lo strambo Wolf
Maftzir, che si infiltra nella vita e nella casa di Arieh Zelnik.
Qualcosa di terribile è accaduto nel passato dei protagonisti di Tel
Ilan. Qualcosa non è stato assorbito dalle loro menti e non è stato
preservato nelle loro memorie, eppure esiste da qualche parte, nelle
cantine, freme negli oggetti stessi, rivissuto ancora e ancora
attraverso il dimenticare, in attesa del momento della rivelazione.