Interessante collezione di opere di arte moderna (e su scopre anche che Agnelli aveva un Modigliani sopra il letto e una statua di Canova in salotto...)
Damien Hirst ha iniziato a collezionare alla fine degli anni Ottanta,
scambiando sue opere con quelle di artisti amici che con lui formavano
il gruppo Young British Artists, gettando le basi di una delle più
interessanti collezioni di arte al mondo.
La collezione Murderme ha continuato poi ad ampliarsi negli ultimi
tre decenni con l’acquisizione di una sorprendente varietà di opere
d’arte e tipologie di oggetti realizzati con tecniche e materiali
diversi.
Questa è la seconda volta che la Murderme Collection viene svelata al
pubblico. E Damien Hirst racconta che “sono passati sei anni dalla
prima mostra di opere della Murderme Collection e sono davvero
entusiasta che ce ne sia un’altra. La collezione è stata importante per
me fin dall’inizio; ho sempre detto che è come fare una mappa della vita
di qualcuno e questa mostra svela la mia evoluzione sia come
collezionista che artista. E’ bello poter esporre molti dei miei artisti
preferiti insieme, e credo che Freedom not Genius riveli molto di me,
in un modo che normalmente non si vedrebbe. Raccogliere queste opere in
un unico spazio, quando appartengono a epoche e luoghi così diversi è
incredibile e sicuramente dice qualcosa su quello che è rimasto
importante per l’umanità, gli artisti e per me”.
Per la mostra a Torino sono state scelte opere di 50 artisti, tra cui
Franz Auerbach, Francis Bacon, Alberto Giacometti, Mario Merz, Bruce
Nauman, Richard Prince e Andy Warhol, che saranno in dialogo con artisti
della generazione successiva, tra cui Banksy, John Currin, Tracey Emin,
Angus Fairhurst, Sarah Lucas and Rachel Whiteread.
Partendo da Nature morte au crâne et pot di Pablo Picasso, una
contemporanea wunderkammer ospiterà una raccolta di memento mori, tema
che ripercorre tutta la collezione Murderme. Maschere funebri, reperti
antichi e dipinti di vanitas settecenteschi, fotografie vintage e calchi
di teschi di epoche diverse, mettono in evidenza l’ossesione e il
fascino di Hirst per la morte.