Le sculture di Theo Jansen ricordano lo scheletro di strani animali. Sono progettate per essere in grado di camminare sulle spiagge dei Paesi Bassi: attraverso sensori meccanici e pneumatici, le macchine si accorgono di incontrare un ostacolo e si rendono conto di essersi avvicinate troppo al mare, e cambiano direzione. Jansen lavora su questo tipo di sculture da più di vent’anni. Inizialmente erano piuttosto semplici. Gradualmente ha cominciato a progettarle perché interagissero con l’ambiente per cui erano destinate; nel corso del tempo le strutture sono diventate sempre più capaci di sopravvivere agli elementi naturali del loro ambiente di destinazione, la sabbia, l’acqua e le tempeste.
Gli Standbeests non hanno ruote, perché con le ruote non potrebbero muoversi bene sulla sabbia. Jansen ha progettato dei “piedi” che rispondono molto meglio alle esigenze di movimento delle strutture, che conferiscono agli Strandbeests un’andatura irregolare e molto viva. Tutte le sculture sono frutto di molti errori e di una progettazione accuratissima: in uno spot di BMW in cui raccontava il suo lavoro, Jansen dichiarava: “il confine tra arte e ingegneria esiste solo nella nostra testa”.