Racconti, senza infamia e senza lode
Paura della matematica di Peter Cameron (Adelphi)
In un passaggio apparentemente marginale del
racconto che da il titolo a questa raccolta disegnata dall'autore, la
protagonista offre al suo professore di matematica, passato a trovarla,
un bicchier d'acqua. Poi, mentre lo guarda bere, la ragazza è colpita
dalla cosa più semplice, l'assoluta naturalezza del gesto, che l'uomo
compie "come se in vita sua non avesse fatto altro che venire in cucina
da me a bere acqua". È un tocco inconfondibile, che unisce in una riga
tutta l'atmosfera di cui abbiamo bisogno e tutto l'intreccio che
possiamo desiderare. Ma è anche di più. È la conferma che qualsiasi
storia, anche minima, racconti - si tratti di un ragazzo che smette di
parlare in casa, mentre intrattiene una fitta corrispondenza con i
carcerati; di un adolescente che, alla morte del suo cane, si convince
che nelle formule dell'algebra si annidi il segreto della felicità; o di
una coppia gay in visita presso una nonna eccentrica e molto amata -,
Cameron sembra appunto non avere mai fatto altro che scrivere storie. E
come nei suoi romanzi ci offre, con la sua voce fresca e generosa,
storie di giovinezza, inquietudini e nostalgia, di amori e famiglie e
vita quotidiana.